Il circolo cinematografico Vertigo deciderà in questi giorni la data per organizzare in presenza l’evento, giunto alla decima edizione
Si deciderà in questi giorni la calendarizzazione dell’Asti Film Festival 2020, tradizionalmente in programma ai primi di dicembre. Inizialmente era stato spostato a questa settimana (doveva tenersi da oggi a sabato) ma successivamente, a causa del protrarsi dell’emergenza sanitaria, l’organizzazione ha optato per il periodo dal 9 al 13 febbraio.
L’obiettivo, infatti, è organizzarlo in presenza, come sempre tra Sala Pastrone e Teatro Alfieri, dato che un evento di questo tipo sarebbe difficilmente realizzabile on line perché perderebbe gran parte del suo significato.
Il festival, organizzato dal circolo cinematografico Vertigo che gestisce la Sala Pastrone, è giunto alla decima edizione, e da due anni ha assunto un respiro internazionale.
«In questi giorni – spiega Riccardo Costa, direttore dell’Asti Film Festival – cercheremo di capire quando organizzarlo. Ad oggi (ieri per chi legge, ndr) siamo fermi al periodo dal 9 al 13 febbraio, ma molto probabilmente saremo costretti a spostarlo ulteriormente, dato che sarà difficile che i provvedimenti governativi dei prossimi giorni diano la certezza che dal 1° febbraio i teatri e i cinema potranno riaprire. Per questo stiamo pensando a livello organizzativo a due opzioni: rimandarlo a marzo oppure in primavera inoltrata, sempre stando attenti che non si accavalli ad altri eventi in calendario in città. Certo, è molto difficile programmare con poche certezze, ma sarebbe veramente un peccato non organizzare il festival quest’anno, che è la decima edizione, dopo che nel 2019 è stata superata con successo la sfida che ci eravamo posti, quella dell’internazionalizzazione. Tanto che abbiamo ottenuto ottime recensioni su siti e riviste specializzate stranieri e che si è creata una bella fidelizzazione tra l’evento e i registi del cinema indipendente mondiale.
Sull’onda del successo ottenuto, quindi, per la decima edizione abbiamo previsto di ospitare al festival registi e attori da diversi Paesi del mondo, organizzando anche eventi collaterali e speciali. Non solo, siccome in concorso abbiamo un documentario sul naufragio nel 1956 del transatlantico Andrea Doria, la produzione americana si è resa disponibile a fare partecipare alcuni testimoni americani della tragica vicenda, in modo che si possa ampliare anche il discorso dal punto di vista storico».
«Di conseguenza – conclude – il 2021 sarà caratterizzato da due edizioni: una nella prima parte dell’anno a una a dicembre, come tradizione. Infatti in questi giorni partono le iscrizioni per l’undicesima selezione».
Il concorso
Da ricordare che la decima edizione ha raggiunto quasi 400 iscrizioni, tra cui sono stati selezionati 153 lavori. Sette le sezioni del festival: La prima cosa bella international (11 lungometraggi selezionati, dal Giappone agli Stati Uniti); La prima cosa bella Italia (8 opere); Asti short international (43 cortometraggi, dalla Cina al Brasile); Asti short international “Anime” (6 lavori); Asti short Italia (36 corti); Asti Doc international (23 documentari, dall’Iran all’Indonesia); Asti Doc Italia (26 lavori).
Nello specifico, la sezione dedicata ai lungometraggi italiani si compone di titoli quali “Mio fratello rincorre i dinosauri” di Stefano Cipani; “Sole” di Carlo Sironi; “A Tor Bella Monaca non piove mai” di Marco Bocci; “Picciridda” di Paolo Licata; “Magari” di Ginevra Elkann; “Nevia” di Nunzia De Stefano; “Rosa” di Katja Coljia; “L’agnello” di Mario Piredda.
Non mancano “i colori bianco e rosso” della città di Asti. L’attrice astigiana Marina Occhionero recita nel cortometraggio in concorso “Materia celeste” di Andrea Gatopoulos, così come l’attore Alessio Bertoli fa parte del cast del corto “In dubbio”. Inoltre sono stati selezionati il cortometraggio “Taglia e cuci” di Ilenia Amoruso e il documentario “Entropia” di Andrea Risso, entrambi astigiani (Risso ha lavorato con Pietro Formici).
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